Nel 1975, durante dei lavori di ristrutturazione del monastero, vennero alla luce altre pergamene appartenenti al codice, che sono attualmente conservate presso il monastero.
Le vicende storiche hanno quindi fatto sì che il Codice Sinaitico sia attualmente diviso tra quattro istituzioni: il British Museum (347 fogli), la biblioteca dell'Università di Lipsia (43 fogli - non sono riuscita a capire come ci siano finiti...), il Monastero di Santa Caterina (12 fogli e 40 frammenti) e la Biblioteca Nazionale Russa (frammenti di 6 fogli, evidentemente rimasti fuori dall'acquisto del British). Nel 2005 queste quattro istituzioni decidono di dare vita ad un progetto di conservazione, salvaguardia e digitalizzazione del manoscritto, in maniera tale da mettere a disposizione di tutti questa fondamentale testimonianza storica. In primis si è valutato lo stato di conservazione di ciascun papiro (o frammento di esso) con una valutazione portata a termine da esperti mondiali che lavorano (ahimè) solo con lente di ingrandimento ed esperienza. In seguito è stato deciso di intervenire "blandamente" sui fogli considerati a rischio. Per ogni porzione del manoscritto è stata redatta una scheda in cui sono riportate tutte le caratteristiche del foglio, a partire dallo spessore, per finire con il colore dell'inchiostro e il suo stadio di decolorazione.
In seguito si è portata a termine la digitalizzazione di tutto il codice. Prima di procedere all'acquisizione delle foto si è dovuto decidere quali fossero le migliori condizioni per ottenere immagini leggibili e al contempo non alterare il foglio originale (penso in particolar modo a quanto una pergamena antica e il suo inchiostro possano essere sensibili a valori di Lux troppo elevati). Le riprese sono state fatte anche in luce radente, per mettere in evidenza lo stato di conservazione della pergamena oltre al suo contenuto.
La terza parte del lavoro ha coinvolto un team di "trascrittori/traduttori". E' stata infatti realizzata una trascrizione completa del manoscritto in greco onciale (maiuscolo) a cui è poi stata affiancata la traduzione in lingua inglese, russa, greca (moderna!) e tedesca. Da notare che la trascrizione è di fondamentale importanza per una lettura più facile del testo, che risulta talvolta difficile attraverso le sole fotografie.
Proprio ieri è iniziata, presso il British, una due giorni di presentazione del progetto appena concluso. Il risultato del lavoro di una equipe di almeno un centinaio di membri è racchiuso in un meraviglioso sito che vi consiglio di visitare: http://www.codex-sinaiticus.net/en/.
Vi riporto solo uno screenshot della favolosa sezione in cui possiamo leggere qualsivoglia pagina del Codex Sinaiticus:
A sinsitra la foto navigabile della pagina, in alto a destra la trascrizione e sotto la traduzione in inglese. Disponibile dal menu anche la visualizzazione della scheda di conservazione del papiro in esame.
Il sito, inoltre, contiene moltissime informazioni (decisamente più di quelle che ho inserito io nel post) sulla storia del codice e sulla sua importanza per la comunità storico/scientifica.
Sarebbe bello un giorno poter vedere dal vivo il codice e, chissà, magari fare qualche analisi su quegli inchiostri... ma questa è un'altra storia che riguarda le mie ricerche accademiche... forse un giorno potrò fare un post su queste misure!! Chi vivrà vedrà... per ora godiamoci questo bellissimo sito, frutto di un progetto veramente valido che dovrebbe essere portato a termine su tutti i codici preziosi a rischio. Speriamo che la digitalizzazione (e la conseguente liberalizzazione o diffusione sul web delle immagini ottenute) diventi veramente una prassi anche nelle nostre biblioteche.