giovedì 29 novembre 2007

AIEDAbc!

Forse molti di voi già conoscono i ragazzi romani che hanno dato vita all'Associazione Italiana Esperti in Diagnostica Applicata ai Beni Culturali. Per chi non ne sapesse niente, ecco un post che cerca di chiarire di chi e di cosa si tratti.

L'AIEDAbc è nata nell'Aprile del 2005 grazie all'idea e all'impegno di un gruppo di neo-laureati in Scienze Applicate ai Beni Culturali all'Università "La Sapienza" di Roma. Grazie allo stimolo e alla collaborazione di alcuni docenti, i giovani intraprendenti hanno creato questa realtà con l'intento di:

"Comprendere i principi, i metodi e le tecniche della Diagnostica applicata ai Beni Culturali, disciplinarla e svilupparla, nonché divulgare ed educare alla comprensione della sua importanza e delle sue potenzialità, per una migliore conservazione e valorizzazione del nostro cospicuo patrimonio culturale. Tutto ciò si racchiude nella necessità di una specifica figura professionale, già definita in ambito estero con il titolo di conservation scientist [...]"

Nonostante la fatica e l'impegno necessari per portare avanti un'iniziativa di questo tipo, i ragazzi dell'AIEDAbc hanno creato un sito internet (che, proprio in questi giorni si rinnova nell'aspetto grafico e nei contenuti) e sono riusciti a coinvolgere molti altri studenti e laureati in Classe 41 e 12s nelle attività dell'associazione. In particolare, oltre alla Sezione Principale di Roma, sono state aperte altre tre sezioni regionali (a Ravenna, Otricoli e Torino).

Fra le attività principali dell'AIEDAbc vi sono:

- La promozione di eventi di divulgazione e di studio nel campo delle scienze applicate alla conservazione dei beni culturali

- Lo studio della situazione legislativa in merito alle figure professionali nel campo della conservazione dei beni culturali

- L'impegno per il riconoscimento dei laureati in Classe 41 e 12s come figura professionale esistente ed utile

- L'individuazione delle molti contraddizioni presenti nei regolamenti universitari che chiariscono le competenze e gli sbocchi professionali degli studenti

- La creazione di un punto di riferimento e di incontro per i lauerati in Classe 41 e 12s ed i professionisti operanti nel campo della diagnostica applicata alla conservazione dei beni culturali



In particolare vi segnalo un paio di esempi significativi dell'attività dell'associazione:

E' stato da poco realizzato un Convegno per chiarire gli sbocchi occupazionali per gli studenti iscritti a corsi di laurea in Classe 41 e 12s. E' stata inoltre creata una webzine dedicata alla scienza applicata alla conservazione dei beni culturali (in cui potete trovare anche un articolo realizzato condensando le tesi triennali di 2/3 del team di Art&Scienza!).

Detto questo, non mi resta che lasciarvi con l'esortazione a collaborare attivamente con l'AIEDAbc, che può rappresentare davvero un'importante punto di riferimento e di incontro per tutti gli studenti e i laureati in Classe 41 e 12s!

P.S.

1) Tanto per precisare: con la nuova riforma universitaria cambieranno anche tutte le classi di laurea. Quindi, la Classe 41 diventerà L43, mentre la 12s diventerà LM11... Non oso pensare al caos che questo creerà nelle teste, già confuse, degli impiegati ministeriali quando si troveranno a dover mettere a posto tutti i tasselli della riforma...


2) C'è un appunto che vorrei fare ai soci fondatori e ai rappresentanti dell'AIEDAbc (e che ho già rivolto personalmente ad Andrea Macchia, presidente dell'associazione): secondo me, chi si avvicina all'AIEDAbc sente ritornare con troppa forza questo termine "diagnostica" (a cominciare dal nome dell'associazione), che trovo, per così dire, un po' limitante. Forse, invece, sarebbe il caso di cercare di contribuire a creare una consapevolezza più matura nei confronti di una figura come quella del conservation scientist (per altro, giustamente citata nell'incipit del discorso che chiarifica gli intenti dell'associazione)...Credo che sia giunto il tempo che i laureati in Classe 41 e 12s (o L43 e LM11!) si sentano più "conservation scientists" che "tecnici per la diagnostica"!

Si badi beni che, comunque, la sostanza non cambia...l'impegno e l'attività dell'AIEDAbc rimangono encomiabili!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Prima di tutto grazie per la presentazione!Il termine conservation scientist sicuramente rappresenta il futuro per tutti noi, ma solo quando in Italia vi sarà una maggiore consapevolezza delle mansioni professionali tra i diversi operatori e della relativa formazione. Tuttavia in Europa come nella testa di molti degli attuali operatori scientifici del settore dei beni culturali, tale termine si riferisce ad una precisa formazione, ovvero ad una laurea specialistica più un Phd o almeno un dottorato, penalizzando spesso l’esperienza formativa derivante dalla professione. Tale rigidità ha portato noi dell’Associazione all’utilizzo del termine esperto, questo perché uno scienziato non è altro che uno studioso esperto in una determinata disciplina scientifica. Penso che oggi non sia più lecito suddividere le discipline in scientifiche ed umanistiche, la dove anche l’attività del restauratore è un attività scientifica. Sicuramente, concordo che il nome dell’Associazione debba essere rinnovato, non tanto per le parole che contiene ma per il loro numero. Un caro saluto. Andrea

Michele ha detto...

La presentazione era doverosa!

Per quanto riguarda la disquisizione sul termine esperti in diagnostica o conservation scientist, capisco le tue motivazioni... Anche se, secondo me, più che il termine esperti è proprio la parola diagnostica che ritorna con troppa insistenza...e che può essere in qualche modo "sminuente"...
E questo perchè (e cerco di spiegare meglio il mio pensiero) la diagnostica non è che una parte, seppure importante, della scienza della conservazione (che racchiude in sè anche ricerca, studio dei materiali, studio dei parametri ambientali, etc.) e i laureati o gli esperti che si sono dedicati per anni alla scienza della conservazione dovrebbero essere in grado di operare non solamente nel campo della diagnostica.
Quindi, forse, un nome più indicato per l'associazione avrebbe potuto essere Associazione Esperti in Scienza della Conservazione dei Beni Culturali (non sostituendo esperti con scienziati, ma allargando il campo di azione da diagnostica a scienza della conservazione!)...

Spero di essere riuscito a chiarire meglio ciò che intendevo dire! E, comunque, come ho già avuto modo di dire: cambiando o non cambiando le parole, la sostanza non cambia...Ciò che rimane è che l'Associazione è un'importante realtà nel panorama dei neolaureati in questi corsi di laurea!