giovedì 27 novembre 2008

La Madonna del Cardellino rivede la luce

Sono lieto di riportare di seguito il contributo di Andrea Santin, in veste di "inviato speciale" del nostro blog, ma che ben presto entrerà a far parte in pianta stabile del team di Art&Scienza:

"Sabato 22 Novembre è stata presentata, in Palazzo Medici Riccardi, la mostra che accoglierà fino al tre marzo la “Madonna del cardellino”, capolavoro di Raffaello. Il dipinto, realizzato nel 1506, giunge a noi dopo aver attraversato molte avversità nei suoi 500 anni di vita. Già nel 1548 subì il crollo del palazzo che lo conservava e si frantumò in 3 parti; fortunatamente fu recuperato e riassemblato, probabilmente da Ridolfo del Ghirlandaio, che pure ne ridipinse varie parti. Vari furono, in seguito, i tentativi di restauro di cui sono state rilevate le tracce dall’Opificio delle pietre dure di Firenze. Il dipinto giunse, infine, nelle mani dell’Opificio nel 1999, dove fu sottoposto ad un minuzioso restauro, durato quasi 10 anni.


Il dipinto prima (sinistra) e dopo (destra) il restauro

La mostra, molto piccola in realtà, si compone di 3 sale: le prime due contengono ampia documentazione del restauro, fin dai suoi primi passi, mentre la terza racchiude il dipinto insieme ad alte 4 opere coeve, che aiutano mettere in risalto il valore e l’unicità dell’opera.
Non ci soffermeremo a dare un giudizio sulla mostra, ma ci fa piacere sottolineare come tale esposizione non sia un semplice sfoggio dell’opera (peraltro veramente sublime), ma un importante tentativo di mostrare il restauro come soggetto comprimario all’opera, tentando di spiegarne tutti i passaggi e di far capire al pubblico come esso sia fase tra le più delicate nella vita di un opera.

Sono stati dedicati più di due anni alle indagini diagnostiche sul dipinto, e sono state utilizzate svariate tecniche, prevalentemente non invasive:

Radiografia e tomografia: utili per documentare precedenti interventi e per valutare lo stato di conservazione del supporto ligneo.

Riflettografia IR: per acquisire informazioni sui pigmenti e sula tecnica pittorica.

XRF: ha permesso di discriminare i pigmenti impiegati da Raffaello da quelli utilizzati in seguito.

Tecniche di indagine 3D (profilometria a riga laser, micro-profilometria conoscopica, topografia di superficie a proiezione di linee).

FORS (Fiber Optic Reflectance Spectroscopy).

Indagini chimiche.

Nella mostra tali tecniche sono tutte documentate da descrizioni e foto suggestive, che danno il giusto risalto a tutto il lavoro svolto dai tecnici. Tale documentazione però manca di citare le analisi chimiche, che non vengono menzionate in alcuna parte delle descrizioni. dimenticanza? Forse semplice omissione di analisi “scomoda”, che hanno richiesto il prelievo di ben 7 campioni, da varie parti del dipinto.

Per soddisfare ogni curiosità o domanda, comunque, è stato pubblicato un libro interamente dedicato al restauro dell’opera, che contiene dettagliate informazioni di ogni tecnica utilizzata (anche delle analisi chimiche!) e dei risultati raggiunti. Il risalto che la mostra offre alla parte diagnostica dell’intervento rivela, anche agli occhi di un pubblico non esperto, quanta importanza essa abbia nel raggiungimento di risultati di così alto livello.

Ci auguriamo che sempre di più, nel restauro, venga posta l’attenzione sulle indagini diagnostiche, troppo spesso tralasciate, o private della giusta considerazione.

Andrea"

Mi permetto di aggiungere un video molto interessante (sebbene privo di audio!!) in cui vengono descritte, purtroppo solo visivamente, alcune fasi del restauro:



mercoledì 19 novembre 2008

"Youth in Conservation of Cultural Heritage": convegno riguardante la conservazione dei Beni Culturali

Con questo breve post vorrei segnalare (per chi non ne fosse a conoscenza) o ricordare (per chi, invece, lo sapeva già) che la settimana prossima si terrà un convegno molto interessante per chi, come noi, si interessa di conservazione di Beni Culturali.
Il convegno si intitola "Youth in Conservation of Cultural Heritage" e si terrà a Roma nei giorni 24-25 Novembre. Il progetto è stato promosso ed organizzato dalla Italian Association of Conservation Scientists (IACS, associazione che ha sostituito la AIEDAbc, di cui si era già parlato in un altro post risalente alla preistoria di questo blog...) e dal Younger Chemists Group of Italian Chemical Society.
Il convegno si articola in due giornate in cui si susseguiranno 33 presentazioni orali e saranno presentati altri 24 lavori in forma di poster.
Due sono le principali tematiche trattate nel convegno:
- La presentazione di esperienze, lavori e ricerche portate avanti da giovani professionisti in questo campo
- Il problema dell'inserimento della nostra figura professionale nel mondo lavorativo della conservazione
I temi mi sembrano molto interessanti e soprattutto riguardano molto da vicino tutti quelli che, come noi, hanno fatto o stanno facendo la laurea specialistica 12/s. Inoltre vorrei sottolineare il fatto che l'iscrizione al convegno costa soltanto 20€ (che, credetemi!, è un prezzo veramente onesto rispetto a quello che normalmente viene chiesto ai convegni).
Quindi, se siete nei paraggi di Roma, o se volete farvi un viaggetto nella capitale, vi consiglio di fare un salto all'Università della Sapienza per assistere al convegno.
Il sito di riferimento è http://www.yococu.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1&Itemid=19
P.S.: Tra i poster presentati potrete anche trovarne uno fatto dal team di Art&Scienza (il titolo è: Conservation Science At CSGI - Innovative Methods For The Conservation Of Works Of Art.)!

domenica 16 novembre 2008

Manifestazione per l'Università, Roma, 14-11-2008

Cari lettori, eccoci di nuovo con un post un po' atipico. In questo clima di fermento sui temi dell'Università, il team di Art&Scienza non poteva rimanere a guardare ed è sceso in piazza insieme ad altre decine di migliaia di studenti, dottorandi, ricercatori e precari. Abbiamo manifestato per protestare contro i tagli indiscriminati ai finanziamenti statali alle Università previsti dal DL 133 e per affermare una volontà di riforma che ci deve essere e che deve puntare sulla meritocrazia, sulla ricerca e sui giovani. Una riforma che deve individuare ed eliminare gli sprechi, le baronie e le cattedre inutili; una riforma che deve razionalizzare e rendere competitivi il sistema universitario e gli enti di ricerca, ma che dovrebbe poggiare su di una riorganizzazione dei finanziamenti statali e non essere preceduta da una serie di tagli senza precedenti.

Quando un Paese non investe nella ricerca e nell'Università vuol dire che non c'è un reale interesse per il futuro e, quindi, per l'avvenire dei più giovani. Perché se è vero che il momento è delicato e i soldi non ci sono, è vero anche che i costi della politica non scendono, la lotta all'evasione fiscale non è dura come dovrebbe, la lotta alle mafie nemmeno e continuiamo a spendere un sacco di soldi per le missioni militari in Afghanistan e Iraq. E' una questione di priorità. Evidentemente le priorità di questo governo sono altre.

Il video che segue è un piccolo assaggio della manifestazione di venerdì 14 a Roma. Per tutti quelli che non ci sono stati e vogliono vedere cosa si sono persi, ma anche per chi c'è stato ma vuole riviverne alcuni momenti...



...L'importante è non fermarsi al semplice "NO alla 133", ma iniziare a proporre un'alternativa all'attuale sistema universitario, cosa che molti stanno già facendo. Perché cambiare le cose è e deve essere possibile!

domenica 9 novembre 2008

I misteri di Leonardo


Vi preannuncio che il post è decisamente poco serio, ma rispecchia bene il lato "giocoso" del carattere di tutti e tre i membri di Art&Scienza - e vi assicuro che spesso è un lato preponderante, per non dire assoluto!

Ecco un nuovo, accattivante, imperdibile, soprendente, misterioso capitolo degli studi "scientifico-esoterici" sul genio di Vinci:



Certe volte gli scienziati della conservazione dovrebbero stare attenti a non alimentare con le loro conclusioni la fantasia di chi non vede l'ora di costruire un nuovo enigma vedendo per forza un mistero dove, in realtà, non c'è proprio niente... Se non un quadro, un'artista e un committente! Potrebbe bastare questo, no?!

Il video è tratto da "Non Perdiamoci di Vista", nuovo programma di Paola Cortellesi su Raitre, ogni giovedì in prima serata.

domenica 2 novembre 2008

Il “Guernica” di Picasso: un capolavoro a rischio

La notizia è di questa estate. È iniziata un’indagine molto accurata sul più grande capolavoro di Pablo Picasso, il “Guernica”.



Prima di addentrarci nello specifico delle tecniche utilizzate e sui risultati ottenuti dai restauratori è interessante capire il perché di un così urgente e attento studio diagnostico su di un opera di appena settant’anni.

Questo dipinto fu commissionato a Picasso dalla Repubblica spagnola che attaccata dalle truppe del generale Franco volle lanciare un grido d’allarme a tutte le potenze mondiali sulla sua drammatica situazione interna. Appena ultimato, quindi, il quadro fece il giro del mondo in modo che il suo messaggio potesse arrivare al maggior numero di persone. Proprio questa continua migrazione causò i problemi più gravi e immediati, tant’è che già vent’anni dopo lo stesso Picasso, viste le gravi condizioni in cui versava il quadro, decise di farlo restaurare e tenerlo stabilmente in esposizione al MOMA di New York.Dopo la caduta del regime franchista il quadro fu spostato al museo Reina Sofia di Madrid.

La sua conservazione è garantita da un equipe di restauratori e scienziati i quali proprio in questo periodo hanno avviato un’accurata indagine diagnostica non invasiva:

- Radiografia ai raggi X per valutare la presenza di fessurazioni e discernere i vari pigmenti a seconda del loro diverso assorbimento della radiazione X;

- Una scansione fotografica ad alta risoluzione, in modo da ottenere un immagine digitale fedele all’originale;

- Indagini colorimetriche in vari punti dell’opera per valutare i cambiamenti di colore nel tempo e prima e dopo i vari interventi conservativi;

- Riflettografia infrarossa per andare a indagare al di sotto della pellicola pittorica e scovare l’eventuale presenza di disegni preparatori o ripensamenti.

I risultati hanno mostrato che dall’ultima indagine di 10 anni fa la situazione sembra essersi stabilizzata, tanto che il responsabile della sua conservazione, Jorge Garcia, ha concluso (con un paragone medico tanto caro agli addetti in questo campo) che l’opera “è in una situazione stabile per quanto grave” e che “gode di una cattiva salute di ferro”.


Come si è visto, i troppi viaggi e le poche precauzioni utilizzate durante i vari spostamenti intrapresi da Guernica hanno causato gravi danni che tutt’ora non sono stati risolti. Il problema delle spedizioni di opere per mostre è una tematica ancora attuale e per nulla risolta (si veda in proposito la polemica nata con la decisione di mandare L’annunciazione di Leonardo in Giappone http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=163339&PRINT=S) per questo vorrei lanciare un dibattito tra voi lettori per sapere cosa pensate a questo proposito. Da parte mia credo che ogni caso debba essere affrontato singolarmente e che quindi non ci sia una risposta univoca al problema. Concedere opere per mostre aiuta e facilita la conoscenza di culture, usanze, storie… diverse dalle proprie; inoltre c’è anche il ritorno di immagine e di profitti che un’istituzione può trarre dal prestare le sue opere. Per questi motivi, secondo me, in linea di principio si dovrebbe sempre tendere ad acconsentire a richieste di opere per mostre. Tutte queste considerazioni, però, sottostanno a valutazioni di tipo conservativo: un’opera prima di lasciare il luogo in cui è conservata deve essere scrupolosamente studiata e devono essere garantite le giuste precauzioni per il trasporto e per la sua conservazione durante la mostra. Inoltre alcune opere che possono essere considerate un simbolo e un patrimonio per i musei in cui sono conservate, non dovrebbero mai lasciare il luogo in cui si trovano. I motivi sono due: per prima cosa durante l’assenza dell’opera i visitatori del museo ne sarebbero in qualche modo danneggiati (vi immaginate che farebbero i giapponesi se al loro arrivo al Louvre la Gioconda non fosse lì???) e in secondo luogo, per alcune opere non si dovrebbe correre nessun tipo di rischio anche se minimo.


Riferimenti:

http://artmagazine.arcadja.it/2008/07/22/i-restauratori-lanciano-lallarme-per-%E2%80%9Cguernica%E2%80%9D-di-picasso/

http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/spettacoli_e_cultura/guernica-malato/guernica-malato/guernica-malato.html