sabato 24 novembre 2007

"Occhio" alla sciamana...!

Chi di voi non aveva mai sentito parlare del sito archeologico di Shahr-i Sokhta? Dal canto mio, ne ho scoperto l'esistenza solo alcune ore fa... "Shahr-i Sokta" è un termine persiano che significa"Città Bruciata" e nessun nome poteva essere più azzeccato per questa antica città iraniana, risalente all'Età del Bronzo, che ha avuto bisogno di essere data alle fiamme per ben tre volte, prima che i suoi abitanti si decidessero ad abbandonarla definitivamente 2100 anni prima della nascita di Cristo.


Ri-scoperta nel 1967 (grazie anche alle spedizioni dell'esploratore ed orientalista Giuseppe Tucci), l'antica città è divenuta dagli anni '60 un prolifico sito archeologico in cui squadre di ricercatori iraniani ed italiani hanno scoperto diversi importanti reperti (fra questi, il "primo backgammon" e degli antichissimi dadi - è evidente che gli abitanti di Shahr-i Sokhta sapevano come ingannare l'attesa fra un incendio e l'altro...).

Ma la scoperta più importante risale a poco meno di un anno fa, quando la squadra di archeologi iraniani ed italiani diretta da M. Sajjadi, dell'Iranian Centre for Archological Research (ICAR), scavando fra le tombe dell'enorme necropoli, ha riportato alla luce lo scheletro di una donna recante un'antichissima protesi oculare. Dato che la donna, secondo i calcoli degli studiosi, dovrebbe essere stata sepolta intorno ai 5000 anni fa, il reperto potrebbe corrispondere al più antico ritrovamento di occhio posticcio attualmente conosciuto.

La protesi è stata prontamente affidata alle mani del prof. Lorenzo Costantini, esperto del Centro di Bioarcheologia dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO), che l'ha sottoposta ad una campagna di indagini che hanno permesso di risalire alla composizione dell'oggetto. Lo stesso Costantini parla dei risultati dell'analisi (all'interno di un articolo pubblicato sul sito di Repubblica):

"Abbiamo stabilito che si tratta di una mezza sfera dal diametro di circa tre centimetri e dal raggio di 1,5 [N.d.A.: si noti l'importante precisazione...!] e costruita probabilmente con pasta di bitume. Esternamente c'è un motivo inciso: un piccolo cerchio centrale dal quale partono otto linee a raggiera. Ci sono poi due fori in cui passava una cordicella che consentiva di portarla avvolgendola intorno alla testa come fosse una benda da pirata. Ci sono tracce di lamina d'oro sottilissima, che forma le venature dell'occhio."

Stando a quanto ipotizzato dagli studiosi, quindi, il finto occhio non doveva avere il compito di sostituire quello perduto, ma, probabilmente, aveva una valenza rituale, legata al fatto che la donna era quasi certamente una sciamana. Forse la protesi rappresentava "l'energia del Creatore", doveva essere una sorta di fonte di luce; forse, addirittura avrebbe dovuto infondere un timore reverenziale (anche se, stando al fatto che questa donna era alta 1,82 m, non credo avesse bisogno di troppi orpelli per infondere del buon timore anche nel più duro dei guerrieri...!).

Quello che purtroppo non sono riuscito a trovare da nessuna parte, e che sarebbe stato senz'altro molto interessante per tutti i lettori di Art&Scienza, è quali tecniche di indagine abbia utilizzato il team di Costantini per giungere alle conclusioni qui accennate. Voglio quindi lasciarvi con un invito ad aprire uno scambio di opinioni che, spero, possa risultare interessante:

"Se Sajjadi si fosse rivolto a voi, supponendo di avere la possibilità di svolgere qualunque tipo di analisi, che tipo di tecniche di indagine avreste utilizzato per caratterizzare la protesi?"

Attendo commenti!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Si hai ragione sarebbe interessante sapere come sono giunti a quelle conclusioni. Penso che sicuramente avranno utilizzato metodiche non distruttive, su un oggetto cosi unico. Se avessi avuto la possibilità avrei fatto delle osservazioni con uno stereomicroscopio. Poi una radiografia e dopo magari avrei utilizzato la EDXRF per determinare gli elementi. Bò solo una ipotesi. :-) spero di non aver detto castronerie.

a presto
Francesco

Michele ha detto...

Sono daccordo con te; data l'unicità del reperto (e anche le piccole dimensioni), anch'io avrei privilegiato analisi non invasive.

Sicuramente avrei iniziato con un'indagine al microscopio. Avendo uno strumento a disposizione, avrei addirittura optato per un'indagine all'ESEM (o al LV-SEM), che, senza bisogno di metallizzare il campioni, mi avrebbe permesso di effettuare un'indagine micro-morfologica dell'oggetto.

Devo ammettere che la radiografia non mi era venuta in mente...e, invece, mi sembra che avrebbe potuto essere un'ottima idea.

Poi, come te, avrei proseguito con una tecnica di tipo elementare, come XRF o, addirittura, una PIXE (analisi molto più complessa ed economicamente impegnativa!).

Per caratterizzare il materiale che costituisce la protesi, infine, sempre, nell'ottica di non voler campionare, avrei tentato di eseguire un'indagine di FT-IR in micro-riflettanza...Se, con quesa analisi non fosse stato possibile risalire alla composizione esatta, magari, avrei effettuato un micro-campionamento (pochi microgrammi di materiale)
per effettuare un'indagine di GC-MS...

Comunque, sostanzialmente, avremmo effettuato le stesse indagini! Grazie per aver espresso il tuo parere!

Attendo altri commenti!

Francesco ha detto...

Ottima l'idea di utilizzare ESEM o il LV-SEM. Io il SEM l'ho scartato a priori proprio per la metallizzazione. Comunque hai ragione se fosse stato possibile campionare, una indagine GC-MS ci stava tutta. ;-)

Andrea ha detto...

Salve ragazzi.. non sapendo dove altro mettere i miei auguri per voi e per il blog vi rispondo all'ultimo post!!

Spero che qusta non sia l'unica maniera per sentirsi!!

Per dare il mio contributo vi segnalo il sito dell' ICON (Institute of Conservation) ingelse, che, oltre a contenere articoli e studi interessanti, da anche la possibilità di accedere a delle internship da 2 a 12 mesi... per chi volesse fare esperienze all'estero è una buona occasione credo!!!

http://www.icon.org.uk/index.php

We mi raccomando state dietro al blog che è una cosa molto bella!!

Stay tuned!!

Andrea

Michele ha detto...

Ciao Andre!!
Grazie per gli auguri (anche da parte degli altri due)!

No che non è l'unico modo per sentirci...c'è anche la mailing-list del corso di laurea...! ;-D

Scherzi a parte, sentiamoci presto, così ci racconti che fai di bello!

Per questa faccenda dell'ICON, grazie della segnalazione; ora ci darò un'occhiata e poi..mi sa che un post non glielo toglie nessuno!!

A presto!