martedì 7 luglio 2009

CODEX SINAITICUS

Ho letto il nome "Codex Sinaiticus" per la prima volta qualche minuto fa sul sito del La Repubblica in un trafiletto a lato delle notizie principali; si parlava della bibbia più antica disponibile online. La notizia mi ha incuriosito ed ecco cosa ho scoperto a riguardo: il Codex Sinaiticus è un manoscritto della Bibbia Cristiana che risale al IV sec d.C.; al suo interno è contenuta la più antica trascrizione integrale del Nuovo Testamento. Inoltre, in esso, è presente una copia della Septuaginta, ovvero la versione liturgica dell'Antico Testamento per la chiesa Ortodossa. Si tratta quindi di un testo di fondamentale importanza dal punto di vista religioso ma lo è ancora di più per gli studiosi di storia della religione perchè al suo interno sono presenti numerosissime correzioni effettuate in fase di copiatura. E non si tratta sempre di correzioni per errori del trascrivente ma più spesso di modifiche del testo originale, con inserzioni, talvolta, di intere frasi. Studiando il Codex Sinaiticus e confrontandolo con altre trascrizioni è possibile ricostruire alcuni dei passaggi attraverso cui si è giunti alla versione "moderna" delle Sacre Scritture. In pratica, dallo studio del manoscritto è possibile capire come la Bibbia veniva letta, interpretata e usata nei primi secoli del Cristianesimo.

Codex Sinaiticus, porzione appartemente al British Museum

Se lo studio del Codice è interessante, ancora di più risulta essere la sua storia "moderna". Esso fu recuperato da Konstantin Von Tischendorf presso il Monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai, in Egitto. Ci vollero tre viaggi (e l'intervento dello Zar Alessandro II) per ottenere la quasi totalità del manoscritto, custodito gelosamente dai monaci che ancora oggi considerano il manoscritto rubato dal monastero nonostante esso sia stato effettivamente acquistato dallo Zar stesso nel 1859, data dell'ultimo viaggio di Konstantin Von Tischendor. Il codice è stato conservato presso la Biblioteca Nazionale Russa di San Pietroburgo fino al 1933, anno in cui venne venduto al British Museum.
Nel 1975, durante dei lavori di ristrutturazione del monastero, vennero alla luce altre pergamene appartenenti al codice, che sono attualmente conservate presso il monastero.

Le vicende storiche hanno quindi fatto sì che il Codice Sinaitico sia attualmente diviso tra quattro istituzioni: il British Museum (347 fogli), la biblioteca dell'Università di Lipsia (43 fogli - non sono riuscita a capire come ci siano finiti...), il Monastero di Santa Caterina (12 fogli e 40 frammenti) e la Biblioteca Nazionale Russa (frammenti di 6 fogli, evidentemente rimasti fuori dall'acquisto del British). Nel 2005 queste quattro istituzioni decidono di dare vita ad un progetto di conservazione, salvaguardia e digitalizzazione del manoscritto, in maniera tale da mettere a disposizione di tutti questa fondamentale testimonianza storica. In primis si è valutato lo stato di conservazione di ciascun papiro (o frammento di esso) con una valutazione portata a termine da esperti mondiali che lavorano (ahimè) solo con lente di ingrandimento ed esperienza. In seguito è stato deciso di intervenire "blandamente" sui fogli considerati a rischio. Per ogni porzione del manoscritto è stata redatta una scheda in cui sono riportate tutte le caratteristiche del foglio, a partire dallo spessore, per finire con il colore dell'inchiostro e il suo stadio di decolorazione.
In seguito si è portata a termine la digitalizzazione di tutto il codice. Prima di procedere all'acquisizione delle foto si è dovuto decidere quali fossero le migliori condizioni per ottenere immagini leggibili e al contempo non alterare il foglio originale (penso in particolar modo a quanto una pergamena antica e il suo inchiostro possano essere sensibili a valori di Lux troppo elevati). Le riprese sono state fatte anche in luce radente, per mettere in evidenza lo stato di conservazione della pergamena oltre al suo contenuto.
La terza parte del lavoro ha coinvolto un team di "trascrittori/traduttori". E' stata infatti realizzata una trascrizione completa del manoscritto in greco onciale (maiuscolo) a cui è poi stata affiancata la traduzione in lingua inglese, russa, greca (moderna!) e tedesca. Da notare che la trascrizione è di fondamentale importanza per una lettura più facile del testo, che risulta talvolta difficile attraverso le sole fotografie.

Proprio ieri è iniziata, presso il British, una due giorni di presentazione del progetto appena concluso. Il risultato del lavoro di una equipe di almeno un centinaio di membri è racchiuso in un meraviglioso sito che vi consiglio di visitare: http://www.codex-sinaiticus.net/en/.

Vi riporto solo uno screenshot della favolosa sezione in cui possiamo leggere qualsivoglia pagina del Codex Sinaiticus:

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A sinsitra la foto navigabile della pagina, in alto a destra la trascrizione e sotto la traduzione in inglese. Disponibile dal menu anche la visualizzazione della scheda di conservazione del papiro in esame.

Il sito, inoltre, contiene moltissime informazioni (decisamente più di quelle che ho inserito io nel post) sulla storia del codice e sulla sua importanza per la comunità storico/scientifica.
Sarebbe bello un giorno poter vedere dal vivo il codice e, chissà, magari fare qualche analisi su quegli inchiostri... ma questa è un'altra storia che riguarda le mie ricerche accademiche... forse un giorno potrò fare un post su queste misure!! Chi vivrà vedrà... per ora godiamoci questo bellissimo sito, frutto di un progetto veramente valido che dovrebbe essere portato a termine su tutti i codici preziosi a rischio. Speriamo che la digitalizzazione (e la conseguente liberalizzazione o diffusione sul web delle immagini ottenute) diventi veramente una prassi anche nelle nostre biblioteche.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Diciamo che noi al Viesseux in piccolo avevamo cominciato un lavoro del genere, molto in piccolo direi, però l'idea c'era! CHE BRAVIIIIIIIII!!!

Clà

Unknown ha detto...

Ciao,
scusate se il mio commento non riguarda l'argomento del post...sono una studentessa della specialistica (oggi chiamta magistrale) di diagnostica dei beni culturali dell'università di Bari...siccome il mio percorso di studi sta per terminare mi sto facendo prendere dall'ansia del post laurea...e mi sto ponendo domande come: cosa farò? troverò un lavoro? ecc...e stavo pensando ma qualcuno sa se possiamo insegnare qualche materia?
Grazie 1000 anticipato a chi mi risponderà!
Antonella
PS: mi piace molto qsto blog soprattutto perchè permette di confrontarci!

chimicionline ha detto...

Nenache io ne avevo mai sentito parlare!Grazie per l'informazione!

strumenti musicali mastering ha detto...

complimenti per il blog davvero interessante