venerdì 5 dicembre 2008

Restauro David di donatello: esempio da seguire?

é stata recentemente festeggiata, nel Palazzo del Bargello a Firenze, la fine del restauro del David bronzeo di Donatello.
L'opera si presentava soffocata da incrostazioni disuniformi formatesi sulla superficie; esse erano dovute ad “incerature”, andate incontro a mineralizzazione, ed a patinature, inscuritesi nel tempo.
Ancora una volta, quindi, un intervento di restauro doveva essere eseguito per porre rimedio a passati interventi, troppo spesso volti ad adattare l'opera ai gusti del tempo, piuttosto che alla conservazione dell'opera come tale.

Il restauro si è reso possibile, ai nostri giorni, grazie alla ricerca ed allo sviluppo di nuove tecnologie che permettono interventi sempre più mirati e meno invasivi; in particolare è stata utilizzata l'ablazione laser (che abbiamo già visto in un altro post), per rimuovere le incrostazioni selettivamente, senza danneggiare il bronzo sottostante.
La perfetta riuscita dell'opera di pulitura ha permesso di riportare alla luce tracce di dorature, originariamente presenti sulla scultura, realizzate con la tecnica a “missione”, e per questo particolarmente fragili.

Oltre che eseguito in maniera esemplare, questo intervento ci pare interessante per la particolare modalità in cui è stato svolto: si è trattato, infatti, di un cantiere aperto al pubblico.
La scultura non è stata spostata, ma semplicemente adagiata su di un supporto nella stessa sala dove era esposta, ed il restauro si è svolto sotto gli occhi incuriositi dei visitatori.


la foto mostra come si presentava il cantiere

Sicuramente tale esperienza è stata permessa dalle ottime condizioni in cui versava l'opera (in fondo si è trattato di un intervento di “semplice” pulitura), e dalla tecnica di intervento, che permetteva di operare in tali condizioni ambientali. Sebbene, quindi, una simile procedura sia applicabile in pochi interventi di restauro, questo è sicuramente un ottimo esempio, a nostro parere, di come anche il restauro possa divenire protagonista agli occhi del pubblico.

Ci piacerebbe inoltre stimolare la discussione riguardo alla decisione di apporre a fianco dell'opera restaurata una sua copia, eseguita con la medesima tecnica, sulla quale sono state applicate tutte le dorature di cui si è trovata traccia e che si propone di far vedere allo spettatore l'opera come la poteva osservare Lorenzo il Magnifico.

Il David restaurato e, sullo sfondo, la sua copia con le dorature

Utile ed interessante ricostruzione?
Oppure falso simulacro che toglie all'opera quel gusto di “antico”, quella “patina dei secoli” che la rende affascinante e misteriosa?

A voi la parola....


Andrea



riferimenti: http://www.beniculturali.it/sala/dettaglio-comunicato.asp?nd=ss,cs&Id=2877

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Falso simulacro senza alcuna ragion d'essere, nè estetica nè storica! E una grande americanata.. Almeno a mio avviso. Sono più intransigente di Brandi ;) con questo discorso a fianco di ogni capolavoro mutilo dovremmo mettere una sua plausibile ricostruzione.. Ve l'immaginate la Nike di Samotracia con accanto la sua copia più piccola dotata di testa?! No no no io non son d'accordo ;)

Eleonora

ps: complimenti per il blog!

Andrea ha detto...

Grazie per i complimenti!!

e grazie per il commento... in effetti la Nike di Samotracia perderebbe un pò di fascino se avesse una copia accanto tutta ricostruita.... ^_^... sarei curioso di sapere cosa ne pensi della digitalizzazione del patrimonio... in un post abbiamo trattato la digitalizzazione dei capolavori del prado da parte di Google, e presto spero di fare un post sulla possibilità di visitare virtualmente la tomba Francois a Vulci, attualmente non visitabile.

Credi che anche questo sia una "americanata"? Potrebbe anche essere un'occasione di divulgazione ancora più ampia, no?

a presto!

Andrea

Anonimo ha detto...

Ciao! Per i complimenti, davvero, bel blog, approfondito senza essere pretenzioso, e poi finalmente qualche giovane che parla di "arte e scienza".. E non i soliti vecchi bacucchi dei nostri chiarissimi professori! ;)

Per quanto riguarda la digitalizzazione, non trovo che questa sia un'americanata ;) anzi..può essere un valido aiuto anche per la conservazione, nel senso che tante opere che non possono essere esposte perché super delicate..almeno così potrebbero essere fruibili da parte del pubblico. Certo, vedere un originale è tutt'altra cosa, e approcciarsi a un'opera d'arte in modo virtuale di certo toglie molto pathos (e credo anche le "sindromi di stendhal" non verrebbero più registrate ;P) ma la trovo cmq un'iniziativa utile.. In altri "contenitori" culturali anzi è una scelta obbligata, per esempio negli archivi è quasi tutto digitalizzato ormai.. E per fortuna, altrimenti già immagino in che stato verserebbero certe pergamene! Rimane aperta la questione della perdita dell' "aura" dell'opera d'arte.. Ma questa dipende più dalle riproduzioni dozzinali di certe Madonne e di certi angioletti (povero Raffaello!) che ormai si trovano dappertutto, ahinoi, piuttosto che da un'eventuale e anzi auspicabile digitalizzazione.. Chi non ha un qualsiasi gadget in casa con gli angioletti della Madonna Sistina?! ..e la maggior parte della gente non sa nemmeno che i detti angioletti fanno parte di una composizione ben più ampia.. Ah, maledetta commercializzazione! In sostanza mi dichiaro favorevole alla digitalizzazione, sia dal punto di vista conservativo che dal punto di vista divulgativo. Ma chissà che ne penserebbe Brandi... ;)

Eleonora