giovedì 31 gennaio 2008

Latitanza parte seconda...

Brevissimo post per scusarci con i lettori del blog della latitanza che ormai prosegue da qualche settimana (nel caso di Michele) e da più o meno sempre (nel caso mio e di Giacomo)... Abbiamo iniziato il dottorato e ci siamo un po' persi negli impegni di un lavoro a tempo pieno, dopo un mesetto e più di vacanza in seguito all'esame. Dobbiamo riuscire a trovare il ritmo e poi torneremo operativi anche sul blog come lo siamo stati finora (quindi, in particolare, Giacomo continuerà nel suo "sciopero del post", ma puntiamo tutto sulla "tastiera-facile" di Michele!!).

Stay tuned, abbiate fede!

Giovanna

PS: prometto un post entro il prossimo week-end! Tutti voi, cortesi lettori, siete garanti di questa promessa!

domenica 13 gennaio 2008

L'Antica Via Flaminia vive la sua "Second Life"...

Ci troviamo in un periodo in cui avatar, escursioni virtuali e "second lives" vanno alla grande. Praticamente non esiste aspetto della vita reale che non sia in qualche modo stato tradotto nella sua versione virtuale. E infatti non c'è stato bisogno di aspettare molto perché tutto ciò entrasse a far parte anche del mondo dei beni culturali.

Adesso, per i visitatori delle terme di Diocleziano a Roma, sarà possibile fare un vero e proprio viaggio nel passato grazie al museo virtuale di recente inaugurazione. Chi fosse interessato a questa interessante iniziativa, potrà guidare il proprio avatar attraverso siti archeologici ricostruiti nei minimi particolari e -qui arriva il bello- attraverso ricostruzioni tridimensionali degli ambienti, popolate dai personaggi dell'epoca (Augusto, la moglie Livia ed altri figuranti...)! Le postazioni che permettono di pilotare un avatar sono solo quattro, ma il resto del pubblico può assistere al tuffo nel passato grazie ad un maxischermo sul quale, grazie ad un paio di occhiali 3D, potrà seguire le esplorazioni virtuali dei visitatori "più intraprendenti".

L'installazione renderà possibile una visita virtuale a diversi siti di importanza storica dislocati lungo l'Antica Via Flaminia, che collegava Roma a Rimini: la Villa di Livia, in zona Prima Porta, il Ponte Milvio, Grottarossa e Malborghetto.




[Consiglio vivamente una visita al sito del Museo Virtuale perché è molto ben fatto e ricco di demo e informazioni]

Il team che ha creato il museo virtuale ha lavorato al progetto per oltre due anni sotto la direzione di Maurizio Forte dell'Istituto di Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR (ITABC-CNR), sezione Virtual Heritage Lab. Il risultato è stato raggiunto grazie alla cooperazione (certamente non banale!) di archeologi, architetti, storici dell'arte, paleobiologi ed informatici. Questi hanno utilizzato una vasta gamma di tecnologie per il rilievo, come scanner laser, fotogrammetria, GPS, oltre a potenti tecniche di elaborazione digitale e modellazione 3D, con cui è stato possibile realizzare una vera e propria anastilosi virtuale, che ha portato ad una ricostruzione degli ambienti il più possibile rispettosa delle fonti storiche.

A questo proposito, inoltre, l'ITABC ha recentemente firmato il "London Charter", un documento europeo che suggerisce alcune linee guida affinché i prodotti virtuali rispondano a criteri di scientificità e trasparenza delle fonti documentarie.

Come c'era da aspettarsi, il progetto non rimarrà confinato a lungo all'interno delle terme di Diocleziano; presto su Second Life verrà aperto un sito interamente dedicato a questa iniziativa. Così che non si possa dire che gli avatar non amano la cultura.

Fonte:

http://www.galileonet.it/news/9301/un-salto-nel-tempo

martedì 1 gennaio 2008

Le grotte di Lascaux chiuse...per funghi...

Spesso la fruizione e la conservazione dei beni culturali non vanno d'accordo. Soprattutto quando i beni culturali in questione sono vecchi di 18000 anni, come nel caso delle pitture rupestri che si trovano sulle pareti delle grotte di Lascaux, in Dordogna.


Scoperte nel 1940, le grotte vennero, in breve, aperte al pubblico, ma già nel 1955 i segni di un deterioramento erano evidenti. Infatti l'enorme eccesso di anidride carbonica prodotto dalla respirazione delle migliaia di visitatori iniziava a creare problemi non da poco. Il gas si discioglieva nell'acqua condensata sulle pareti della grotta, ne abbassava il pH, e la rendeva estremamente aggressiva nei confronti della roccia calcarea. L'effetto finale era quello di una corrosione delle pareti, che minacciava seriamente le pitture.
Inoltre, i cambiamenti nel microclima delle grotte portarono alla proliferazione di funghi e alghe sulle pareti calcaree. Nel 1963 Le grotte vennero chiuse ai visitatori.

Il pericolo era, per il momento, scongiurato, ma l'unica soluzione per garantire al pubblico la possibilità di ammirare le pitture fu quella di creare una Lascaux II, una copia a grandezza naturale del sito archeologico, che aprì nel 1983.


Le pitture originali vennero così lasciate "riposare in pace" per anni in un ambiente controllato, aerato artificialmente e costantemente monitorato da un'equipe di studiosi del Laboratoire de Recherche des Monuments Historiques. Solo agli "addetti ai lavori" era concessa la visione delle pitture originali.

Ma questo non bastò ad impedire un nuovo allarme. Infatti, nel giugno 2001, durante una revisione all'impianto di aerazione, gli stivali infangati di un operaio funsero da vettore per la proliferazione di un microrganismo, che mise nuovamente in pericolo le pitture paleolitiche. Il fungo, appartenente alla famiglia Fusarum, ben nota in agricoltura, iniziò a proliferare sulle pareti e sul pavimento della grotta, costituendo un enorme fattore di rischio per la conservazione delle pitture. La prima contromisura adottata fu un fungicida, una sostanza chimica che, però, veniva facilmente degradata da un Pseudomonas Fluorescens, un batterio simbionte del fungo. Si passò allora all'utilizzo di un antibiotico, la polimixina, e questa volta l'attacco biologico fu debellato. Si osservò poi che il fungo non aveva arrecato danni sensibili alle pitture rupestri.

A pochi anni di distanza, però, proprio in questi giorni, il problema è tornato a presentarsi, con un'ondata di preoccupazione per la sorte di quella che viene definita la "Cappella Sistina del paleolitico". I funghi hanno cominciato a proliferare nuovamente sotto forma di concrescenze biancastre che invadono le pareti delle grotte. La reazione del governo stavolta è stata lapidaria: chiusura totale delle grotte, che non saranno accessibili neanche agli studiosi. Fino all'8 gennaio gli unici ad avere accesso al sito archeologico saranno degli esperti che immetteranno nell'ambiente un fungicida e, contemporaneamente, provvederanno a sostituire l'impianto di aerazione, evidentemente insufficiente a garantire la sicurezza delle pitture.

[si legga l'articolo di Repubblica sulla questione.]

Insomma, per l'ennesima volta ci si trova di fronte al dilemma: conservare senza fruire dell'originale o fruirne finchè dura? "The answer, my friend, is blowing in the wind, the answer is blowing in the wind." potremmo dire, per citare il poeta. Ma rimane il fatto che per adesso, e probabilmente per molti anni ancora, vi dovrete accontentare di Lascaux II. Sempre che non riusciate a smettere di respirare, traspirare, produrre calore e portare con voi miriadi di microrganismi che aggrediscono il calcare.


Links per approfondire:

Sito ufficiale delle grotte di Lascaux, molto interessante e ben fatto.

Articoli che parlano dell'attacco fungino del 2001:

http://newton.corriere.it/PrimoPiano/News/2003/04_Aprile/07/Lascaux.shtml
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Un_fungo_attacca_i_disegni_di_Lascaux/1287795
Articolo che parla dell'attacco fungino in corso:

http://www.archeomedia.net/articolo.asp?strart=3847&cat=Beni%20da%20salvare