venerdì 16 gennaio 2009

Il Supermanager dei Beni Culturali

Salve a tutti,

É ormai di qualche mese fa la notizia che il ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Sandro Bondi, vorrebbe creare una nuova figura nell'ambito dei Beni Culturali: il “Direttore generale per la valorizzazione dei musei".
Nei progetti del Ministro tale persona avrebbe fra i suoi compiti l' autorizzazione a tutti i prestiti per mostre, la decisione su quali siano le mostre di "rilevante interesse culturale", i programmi sulle ricerche scientifiche sul patrimonio museale e, infine, «i criteri per l' affidamento in comodato o in deposito di cose o beni da parte dei musei».
Sappiamo oggi che in realtà è stato fatto un passo indietro sulla creazione di questa nuova figura (che adesso prende il nome di “Direttore generale dei musei”) e soprattutto sui poteri di cui è investita; rimane comunque interessante, secondo noi, parlare di questo fatto e ci piacerebbe sapere le vostre opinioni.

Nei piani del Ministro, evidentemente, tale soluzione avrebbe dovuto aiutare il ministero a rimpinguare le ormai esangui casse ed a gestire in maniera più semplice (ma anche più autoritaria) tutte le varie operazioni del mondo delle opere d'arte, quali prestiti, esposizioni ed acquisizioni. Questa visione è confermata anche dalla persona che è andata a ricoprire tale incarico: Mario Resca, persona di indubbie qualità imprenditoriali, ma che MAI ha avuto a che fare con i Beni Culturali o le opere d'arte in generale.

Se da un lato è importante riuscire a “valorizzare” il proprio patrimonio culturale, è fondamentale interpretare tale “valorizzazione” come la capacità di permettere a CHIUNQUE di usufruire di tale ricchezza. Non a caso moltissimi siti italiani sono patrimonio dell' UNESCO, ovvero patrimonio dell'umanità.
Il nuovo manager dovrebbe aiutare a garantire la più ampia e semplice fruizione possibile da parte di ognuno di noi; non fare mera speculazione finanziaria sulle opere, per “fare cassa”.

Il problema del recupero di fondi per i Beni Culturali deve sicuramente essere affrontato; anche l'enorme “tartaruga” burocratica, che affligge l'Italia in più settori, deve essere combattuta con ogni mezzo.
Il “Direttore generale dei musei” è la risposta giusta? Non si rischia di avere una visione troppo “economistica” (passatemi il termine) dei beni culturali, relegando opere o luoghi che sono in realtà pregni di significato, storico e morale, a semplici oggetti di compravendita?
Non si rischia forse un progressivo spostamento degli sforzi conservativi (e degli investimenti) verso quei siti “famosi”, verso quei luoghi, cioè, che permettono un maggiore ritorno monetario, a discapito dei siti (e delle opere) “minori”?

Abbiamo lanciato il nostro sassolino nello stagno... aspettiamo le vostre risposte!

Andrea

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