domenica 10 febbraio 2008

Raggi T per svelare i segreti dei dipinti

Credevo che, dopo anni di studi (più o meno) scientifici, lo spettro della radiazione elettromagnetica non nascondesse più alcun segreto per me... ebbene, mi sbagliavo. Infatti, a cavallo fra il range dell'infrarosso e quello delle microonde ho appena scoperto che si trovano i raggi T, parenti poco noti dei più celebri X o gamma, che prendono il nome dal campo di frequenze che occupano: quello dei TeraHertz (10^12 Hz).

Fino ad oggi, lo studio e le applicazioni di questo tipo di radiazione erano relegati a campi super-specializzati della scienza e della tecnologia, come, ad esempio, l'astronautica. Ditte come la Picometrix producono da tempo strumentazioni per l'imaging dei raggi T utilizzate nel controllo dello stato di salute dei delicati componenti dello Space Shuttle.
Recentemente, però, un team di ricercatori dell'Università del Michigan, in collaborazione con l'equipe scientifica del Museo del Louvre e della stessa Picometrix, ha pensato di utilizzare l'imaging a raggi T per lo studio dei dipinti, soprattutto quelli murali.


I raggi T hanno una natura quasi-ottica, nel senso che si comportano quasi come la "luce". Per questa loro natura sono difficilmente gestibili, ma, disponendo della strumentazione adatta, divengono particolarmente interessanti.

L'apparato utilizzato per le indagini sui dipinti è un ibrido fra un laser ed un congegno elettronico; infatti, utilizza gli impulsi di un laser ultra-veloce per eccitare un'antenna a semiconduttore, che, a sua volta, emette radiazione nel campo dei TeraHertz. I raggi T così prodotti sono in grado di attraversare materiali solidi (nel nostro caso, per lo più, strati di intonaco) per alcuni mm, ma una parte di essi viene riflessa quando incontra una discontinuità nel materiale attraversato. Dato che l'energia con cui la radiazione T torna indietro dipende dalla natura del materiale che ha causato la riflessione, rivelando opportunamente i raggi T retrodiffusi, si riesce a risalire ad un'immagine degli strati sottostanti di un dipinto ottenendo informazioni sui materiali che li compongono.


In sostanza, si tratta di una tecnica totalmente non invasiva, che potremmo collocare a metà strada fra una riflettografia IR ed una radiografia X. Rispetto alla tradizionale riflettografia IR, però, l'imaging a raggi T offre la possibilità di sondare spessori maggiori con risoluzione migliore e di "vedere" i disegni tracciati a grafite o a sanguigna (*), mentre rispetto ai raggi X, i raggi T presentano l'indubbio vantaggio di essere meno dannosi per i materiali e, soprattutto, per l'uomo, in quanto, ovviamente, si tratta di radiazione non ionizzante.

(*) [Almeno così dicono i ricercatori dell'Università del Michigan... ma su questo vi esorto a dire la vostra! Dal canto mio, non ricordo se la riflettografia IR sia capace o meno di rivelare un disegno preparatorio realizzato con grafite o sanguigna...]

I primi test applicativi riportati dal team di ricerca sono stati convincenti; il prossimo passo sarà lo studio di un dipinto francese del XII secolo, ricoperto da almeno cinque strati di intonaco.
Ma, ovviamente, già si fantastica sui risultati che l'imaging a raggi T potrebbe dare nella ricerca della celeberrima "Battaglia di Anghiari" di Leonardo da Vinci, che si suppone si trovi ancora al di sotto degli affreschi del Vasari nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze.


(Fra l'altro, sulla questione "Battaglia di Anghiari", il nostro Giacomo ci ha promesso un post oramai da tempo immemorabile...chissà che, cavalcando l'entusiasmo per i raggi T, non si decida a pubblicarlo!)

Fonti:

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Radiazione_a_terahertz_per_studiare_le_opere_d_arte/1323025

http://www.ns.umich.edu/htdocs/releases/story.php?id=6300

1 commento:

Francesco ha detto...

Oh che bel post! :-) In effetti Michele questi raggi T mi erano proprio sfuggiti. Comunque a proprostito della riflettografia IR ricordo di aver letto che è una delle tecniche di indagine più efficaci nel rivelare la presenza di disegni preparatori. Ora sono curioso di vedere se questa nuova tecnica svelerà qualcosa sulla Battaglia di Anghiari!
ciao a presto!