sabato 2 febbraio 2008

Reliquia o tela di lino medioevale?

Basta una dichiarazione vaga di un documentarista, già noto per il suo interesse per la Sindone, e sul sudario di Gesù si riaccendono le luci della ribalta; è dalla fine dell'Ottocento che, ad intervalli regolari, si susseguono tesi sull'autenticità della tela di lino, supportate ogni volta da nuove prove, in un crescendo di informazioni ricavate attraverso l'uso delle più disparate tecniche di indagine. E la Sindone sembra essere fra i "reperti dell'antichità" più studiati dalla comunità scientifica.

Ma veniamo al dunque: di cosa si tratta? La Sindone è un telo di lino, a doppio strato, di dimensioni notevoli (442x113 cm), dal colore giallo ocra. La sua storia documentata (che è ben diversa da quella ipotetica che copre il periodo tra l'impiego come sudario di Cristo e la dichiarazione di Goffredo di Charny di esserne in possesso; a questo riguardo è interessante consultare la pagine di Wiki sulla storia della Sindone) è indubbiamente travagliata: vendite, spostamenti ma soprattutto due incendi, il primo nel 1532 ed il secondo nel 1997, dai quali scampa senza gravi conseguenze. In particolare su di essa sono visibili i segni delle bruciature risalenti al primo dei due incendi, oltre ad alcuni rattoppi che un restauro del 2002 ha rimosso. In quella occasione è stata portata a termine la sostituzione della rintelatura operata nel 1534 dalle suore di Chambéry; altri degli interventi, come ad esempio la stiratura e la pulitura del lenzuolo con un aspiratore (sic!!!) sono stati molto criticati da alcuni esperti del settore. Interessante leggere vari commenti al restauro, pro e contro, raccolti in questo sito.

Senza dubbio l'indagine scientifica, fra le tante effettuate, più interessante e discussa è stata la datazione con radiocarbonio, portata a termine nel 1988; già a partire dagli anni '60 si era parlato della possibilità di stabilire scientificamente l'età della Sindone, ma alla teoria non era seguita alcuna misura pratica a causa della grande quantità di campione richiesto per effettuare tale determinazione (ca 500 mg). Con la messa a punto, alla fine degli anni '70, di strumenti molto sensibili a piccole quantità di campione, in particolare a spettrometri di massa di nuova generazione (migliori degli obsoleti contatori proporzionali) si ritornò a parlare della possibità di effettuare queste misure, cui fece seguito, non prima di alcuni anni di dibattito per la messa a punto di un protocollo di intervento, il prelievo di alcune porzioni dal sudario di Cristo.

Il protocollo stabilito prevedeva che, ai tre laboratori scelti per effettuare le misure, fossero contemporaneamente anche assegnati altri 3 campioni di controllo, e che ciascuno di essi fosse identificato da un codice numerico, la cui corrispondenza era nota solo a due persone, Michael Tite, responsabile per il British Museum (a cui spettava la coordinazione della campagna di misure) e il cardinale Ballestrero. Il protocollo, quindi, era stato studiato in maniera tale che le indagini fossero effetuate al buio, senza possibilità di manipolare i dati, non sapendo quale fosse dei quattro a disposizione il campione prelevato dalla Sindone. Oxford, Tucson e Zurigo: queste erano le tre università prescelte; ciascuna di esse disponeva di circa 28 mg di campione di lino della Sindone. Ci vollero pochi mesi e, il 13 Ottobre 1988, il cardinal Ballestrero dichiarò che la Sindone, secondo gli studi scientifici, era databile tra gli anni 1260 e 1390, con un intervallo di confidenza del 95%. Nell'articolo pubblicato su Nature da coloro che avevano portato a termine le misure si leggono i seguenti risultati:

1. Oxford: 750±30 anni BP;
2. Tucson: 646±31 anni BP;
3. Zurigo: 676±24 anni BP.

Dai valori in "BP" si passa, dopo numerose calibrazioni, alla data espressa in anni trascorsi dalla morte di Cristo; la media pesata dei tre dati ha permesso di ottenere proprio quell'intervallo dichiarato in conferenza stampa dal Cardinale Ballestrero.

Il risultato fu da molti criticato, dividendo ancora di più coloro che ritenengono la Sindone un falso medioevale e coloro che reputano che si tratti effettivamente del sudario di Cristo; in particolar modo è molto forte il partito di quanti ritengono che l'incendio del 1532 e le condizioni di conservazione del lino stesso nei secoli, abbiano potuto alterare il contenuto di Carbonio 14 e quindi determinare un errore grossolano nelle misure. Sono stati portati a termine moltissimi studi per dimostrare l'arricchimento in C14 sulla tela di lino, ma ancora niente di significativo è stato pubblicato. A parte questi studi, la questione pareva, in qualche modo, risolta o almeno sopita. Ciò fino alle dichiarazioni di David Rolfe, documentarista inglese, che sta preparando un filmato sulla Sindone, che andrà in onda la notte del Sabato Santo sulla BBC.

In occasione del ventennale della datazione, pare che il giornalista sia riuscito a convincere il direttore dell'Oxford RadioCarbon Accelerator, Christopher Bronk Ramsey, a ripetere il test; alla notizia sono seguite tante dichiarazioni da tutta la comunità scientifica (e non) che ruota intorno alla Sindone (per esempio esiste un comitato composto da membri laici e religiosi che si occupa della ricerca scientifica sulla Sindone, chiamato STURP). Alcune di esse sono state più caute ed altre meno, denotando, ancora una volta, quanto sia sentita la questione dell'autenticità del sudario di Cristo. In particolare, ha mosso gli animi una dichiarazione, seccamente smentita, del professore Ramsey, che avrebbe detto che il risultato del test effettuato nel 1988 ad Oxford sarebbe stato sbagliato.

Insomma, poco ci vuole per ravvivare il focolare dell'eterna diatriba tra scienza e fede, e, pare evidente in questa occasione più che mai, che tra i due litiganti (eterni litiganti) è il terzo a godere: nella fattispecie il signor David Rolfe, il cui documentario farà, molto probabilmente, ascolti da record. E, ancora più probabilmente, verrà acquistato dalle televisioni di tutto il mondo.

A chiosa di questo post voglio indicarvi alcuni siti particolarmente interessanti in cui mi sono imbattuta durante le ricerche:

La tecnica del radicarbonio, per filo e per segno, spiegata da chi ne ha fatto un'arte, ovvero l'istutito di Oxford di cui sopra: http://c14.arch.ox.ac.uk/embed.php?File=dating.html

Un articolo sulla dendrocronologia, fondamentale per la calibrazione dei dati ottenibili con il radiocarbonio: http://www.arts.cornell.edu/dendro/ajatext.html

Brevi nozioni sulle tecniche di datazione, relative o assolute; non scioglie tutti i dubbi ma sicuramente offre una buona panoramica:
http://www.mnsu.edu/emuseum/ archaeology/dating/

Un articolo di Antonio Lombatti, membro del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) in cui si fa il punto delle ricerche relative alla Sindone, in particolare relativamente al caso Kouznetsov. Vi avverto che Lombatti è tutt'altro che diplomatico, a differenza di me!
http://www.cicap.org/piemonte/cicap.php? section=indagini_in&content=sind_lombatti

[aggiornamento del 15/02: in seguito alla segnalazione di un attento lettore del blog, inserisco fra il link anche il sito del Centro Internazionale di Sindologia, istituzione costituita dalla confraternita del SS. Sudario, la stessa che, sotto la guida dell'Arcidiocesi di Torino, si occupa del Museo della Sindone. La sezione "Bibliografia" del sito raccoglie un'enorme mole di pubblicazioni al riguardo, mentre nella sezione "Documenti e studi" sono disponibili per il download alcune testimonianze dei nuovi allestimenti della Sindone.]

4 commenti:

Gilesteta ha detto...

eee....difficile contestare il carbonio 14

Michele ha detto...

Ottimo post, Gio! ...And we're back in business!

@l'esteta: Sai cosa è ancora più difficile da contestare di una misura di radiocarbonio? Tre misure eseguite in tre laboratori diversi!

Comunque, è davvero triste constatare quante bassezze (pseudo)scientifiche e mediatiche hanno ruotato (e continuano a ruotare) attorno a questo lenzuolo di lino..

Anonimo ha detto...

Ottimo riepilogo della questione Sindone. L'una pecca è quella di citare solo Lombatti e di escludere altri siti come quello ufficiale della diocesi di Torino sul quale vi è la serietà necessaria che si deve mantenere difronte ad un oggetto come la Sacra Sindone. In certi siti c'è anche del "veleno" contro la religione in genere e così si confondono le idee al pubblico.
Michele Salcito

Giovanna ha detto...

Buongiorno Michele Salcito!

Ho aggiornato il post ed inserito un link al Centro Internazionale di Sindologia. Dopo aver navigato anche sul sito dell'Arcidiocesi di Torino, ho preferito inserire il primo rispetto al secondo, che di scientifico non aveva nulla. Questo blog (come i suoi scrittori e la maggior parte dei suoi lettori) si occupa di scienza della conservazione; è giustissimo dar voce anche alla controparte, e per questo mi scuso di non averlo fatto prima. Ma non dimentichiamoci che, mediovale o coeva di Cristo, la Sindone è un reperto storico, e come tale, almeno in questa sede, va considerata.
Era mia intenzione, nel post, avere un atteggiamento molto neutrale sulla questione, e mantenere un approccio scientifico, come si confà ad un blog di questo tipo. Spero davvero di esserci riuscita, se non subito dopo la pubblicazione del post, almeno adesso, grazie alla tua preziosa segnalazione!

Spero anche che tu continui a seguirci! A presto,

Giovanna